La mia intervista a LoSpeciale, 14 maggio 2018
Oggi si dovrebbe conoscere il nome del candidato premier del governo giallo-verde. Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno trovato un accordo e non resta che la scelta del premier. Ma il presidente Mattarella vigila o dirige, dipende dai punti di vista. Abbiamo intercettato Ilaria Bifarini, economista, per avere da lei un quadro della situazione economica compresi gli interventi possibili.
Siamo in un impasse. I 7 milioni di poveri e i giovani italiani costretti a emigrare per lavorare non possono più aspettare. Quale sarebbe la sua prima mossa economica qualora facesse parte del governo?
“La prima mossa sarebbe quella di abrogare il pareggio di bilancio in Costituzione e derogare al Fiscal Compact, permettendo così di attuare spesa pubblica, unica via di uscita da una crisi economica dal lato della domanda alla quale ci troviamo a far fronte. Infatti, solo attraverso misure anti-cicliche di tipo keynesiano si può far partire la crescita economica. Le attuali politiche di austerity e i vincoli imposti da Bruxelles su debito pubblico e deficit sono assolutamente controindicati e deleteri durante una crisi di questo tipo, che proprio per tale motivo si è andata aggravando”.
Il NO Euro è diventato “occorre velocizzare l’uscita dei tedeschi e francesi” così da far crollare il sistema Europa dall’interno. Può esser questa una strategia giusta e come?
“Non dobbiamo illuderci che i carnefici possano trasformarsi nei nostri salvatori. La previsione di un possibile piano uscita di cui si inizia a discutere, in particolare in Germania, è mossa principalmente dalla preoccupazione di salvaguardare i grossi profitti e il surplus commerciale accumulato dall’economia tedesca a scapito degli altri Paesi, in un’Unione europea che finora ha realizzato soltanto la condivisione della moneta e dei vincoli ad essa legati. Nel momento in cui un’ulteriore integrazione, che preveda la condivisione anche dei rischi e delle incertezze dei Paesi periferici, dovesse prendere forma, alla Germania verrebbe richiesto un impegno maggiore rispetto alla situazione di privilegio in cui attualmente si trova. Quindi, meglio “raccogliere tutte le fiches quando il banco è pieno”. Inoltre i tedeschi vogliono tutelarsi di fronte al rischio di inadempienza dei debiti accumulati nel sistema Target 2 in caso di uscita di alcuni paesi. Non sono dunque ottimista in merito”.
Flat tax. Perché faccia bene a tutti quale aliquota metterebbe?
“Per calcolare l’aliquota in grado di ridurre l’evasione, massimizzare così le entrate fiscali e avviare un processo virtuoso di aumento dei consumi interni occorrono studi accurati e simulazioni condotte su dati specifici. Non sono dunque nelle condizioni di poter prevedere una simile aliquota. Di certo occorre una semplificazione e un alleggerimento del carico fiscale, soprattutto per le nostre imprese. Sono favorevole alla doppia aliquota. Occorrerebbe però anche intervenire sulla disuguaglianza salariale, in un momento storico in cui il tasso di iniquità, il cosiddetto indice di Gini, è ai livelli massimi anche su base nazionale”.
Reddito di cittadinanza, i grillini riusciranno a portarlo avanti?
“Perché il reddito di cittadinanza possa andare avanti, abrogare il pareggio di bilancio e il Fiscal Compact è una condizione imprescindibile. Non solo perché occorre stanziare dei fondi ma anche perché, affinché tale reddito non si riduca a un sussidio di disoccupazione e induca al famigerato “fannullonismo” che alcuni paventano, occorre agganciarlo alla produttività. E proprio dalla spesa pubblica in attività di manutenzione del territorio, investimenti in infrastrutture e servizi può ripartire l’occupazione e l’economia italiana.
Secondo la sua opinione, su quali punti convergeranno M5s-Lega?
“Ci sono molti punti sui quali convergere se rimane il programma comune con il quale si sono presentati agli elettori che li hanno votati: rompere con il precedente sistema e con le politiche neoliberiste imposte dall’esterno. Prioritario sarà anche mettere un freno all’emergenza dell’immigrazione incontrollata”.
1 comments On M5s-Lega: “Rompere col sistema: la prima mossa da fare”
Bisogna rompere con il precedente sistema e con le politiche neoliberiste imposte dall’esterno, su questo sono assolutamente d’accordo, però non possiamo, altresì, girarci dall’altra parte sulla responsabilizzazione dei “traditori della patria” che hanno avallato e sostenuto l’implementazione del neo-liberismo in Italia. Non pensino quei maiali che hanno privatizzato anche l’acqua pubblica e svenduto tutto lo svendibile, impoverendo il paese, di farla franca. Quei criminali devono pagare e devono pagare innanzitutto economicamente. I magistrati dovranno sequestrargli tutti i beni mobili e immobili fino alla settima generazione. La giustizia per tutto il male e il dolore provocato nel paese, passa anche da questo.