Pier Paolo Pasolini, un profeta inascoltato

Il 2 novembre del 1975 veniva assassinato uno dei maggiori intellettuali della storia italiana, Pier Paolo Pasolini. Fu il primo a profetizzare e denunciare pubblicamente quello che sarebbe stato l’avvento del neoliberismo, attraverso la subdola e ingannevole dittatura della società dei consumi. Negli Stati Uniti il consumismo di massa si afferma già sul finire della prima guerra mondiale, col fine di assorbire il surplus produttivo dell’industria bellica. La cifra distintiva di questo modello è la crescente spesa per beni superflui

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Il neoliberismo in un grafico

Esattamente dopo la caduta del keynesismo (1973) e l’affermarsi incontrastato del neoliberismo, si arresta la crescita del reddito del 99% della popolazione più povera e inizia l’inarrestabile crescita dell’1% più ricco. Fino ad arrivare al paradosso di oggi, per cui otto persone detengono la ricchezza di metà della popolazione mondiale.  È questa l’essenza del modello economico neoliberista, oggi applicato su scala universale e incontestato, ritenuto la migliore e l’unica alternativa possibile, secondo la logica teocratica del TINA (there is no

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Ecologismo per i poveri, libertà di inquinare per i ricchi

L’ambientalismo ha tutti i tratti distintivi di una causa di sinistra (…). Una classe di vittime (generazioni future), un’avanguardia illuminata che combatte per loro (gli eco- guerrieri), potenti filistei che li sfruttano (i capitalisti) e infinite opportunità di esprimere risentimento contro l’Occidente Così scriveva il filosofo conservatore Roger Scruton. Al di là del significato attribuibile oggi al concetto politico di sinistra, questa affermazione racchiude icasticamente lo spirito dell’ideologia eco-nichilista dei nostri giorni. Nell’ottica delle élites occidentali, lo sviluppo e la

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L’autodistruzione dell’Occidente e le variabili impreviste della storia

Siamo entrati nella fase due del Grande Reset e questo ha trovato recentissimo riscontro anche nelle parole dette da Tony Blair in uno dei panel più rivelatori nel forum di Davos dei giorni scorsi a cui hanno partecipato anche Albert Bourla e il ministro dell’Industria e del Commercio, Silvino Moreno. Blair ha valutato in maniera positiva la gestione della cosiddetta crisi pandemica; la società ha accettato in maniera giudicata positiva l’imposizione delle misure direttive e restrittive, tanto che si può

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Avviso importante ai lettori

A causa dei disservizi che si protraggono da diversi giorni sul server di Libero, gli ordini ricevuti  nelle ultime due settimane dei libri con dedica non sono stati evasi. Si prega di scrivere a ilariabifarini@gmail.com. Ho provato a contattare uno a uno coloro che erano in attesa di ricevere le copie firmate ma non ho avuto riscontro. Sono esattamente quattro ininterrotti giorni che la posta elettronica di Libero è fuori uso, non offrendo alcuna valida giustificazione se non vaghe scuse e promesse

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Il Grande Reset è fallito? Riflessioni su Davos 2023.

Un Forum di Davos decisamente sottotono quello che si è da poco concluso nell’innevata cittadina svizzera. A pesare sono state più le assenze che le presenze: mancava il presidente americano Biden, probabilmente occupato dagli scandali dei documenti riservati, ma non c’era neanche la sua vice Kamala Harris; hanno disertato tra gli  altri Macron e il nuovo premier britannico Sunak, mentre l’Italia è stata rappresentata dal Ministro dell’istruzione. Dei capi di Stato del G7 era presente soltanto il cancelliere tedesco Scholz. Tanti

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