Franco Cfa, Ilaria Bifarini: “E’ solo la punta dell’iceberg”

La mia intervista a Quotidiano.net

“Bisogna smascherare le menzogne che ci vengono raccontate sull’Africa. Finalmente è stato scoperchiato un vaso di Pandora”

di RITA BARTOLOMEI

 

Roma, 23 gennaio 2018 – Ilaria Bifarini, si definisce bocconiana redenta. Di Battista nell’attacco a Macron sul franco Cfa ha dimostrato di aver letto con attenzione il suo ultimo libro “I coloni dell’austerity”.

Ha scatenato lei la guerra contro la Francia?

“Addirittura… Più che guerra alla Francia, qui si devono smascherare le menzogne che ci vengono raccontate sull’Africa. Finalmente è stato scoperchiato un vaso di Pandora, che veniva tenuto chiuso da troppo tempo”.

Lei parla di Francafrique.

“Perché quella del franco Cfa è solo la punta dell’iceberg di questo fenomeno neocolonialista francese che opera dall’impero coloniale ad oggi, senza interruzione. Progetto voluto da De Gaulle”.

Istituisce un collegamento diretto tra il franco Cfa e l’immigrazione.

“E subito si sono affrettati a dichiarare che è una bufala. Che tra i primi otto paesi di provenienza dell’immigrazione, ce ne sarebbe solo uno che adotta quella moneta”.

Sono dati, come risponde?

“Che come al solito si usano valori assoluti anziché percentuali. I 14 paesi del franco Cfa sono poco popolosi rispetto ad altri. Per dire, il Mali ha meno di venti milioni di abitanti, le due Guinee insieme fanno tre milioni. La Nigeria da sola fa 200 milioni di abitanti, più del totale dei 14 paesi messi assieme”.

Invece la Costa d’Avorio, che è tra i primi otto…

“Non a caso ha 24 milioni di abitanti, è tra le nazioni più popolose del gruppo Cfa. Quindi l’obiezione è molto fiacca”.

Lei scrive che i paesi del franco Cfa hanno un indice di sviluppo umano tra i più bassi. Ricorda che devono versare il 50% delle loro riserve al ministero del Tesoro francese. Riprende gli economisti africani che denunciano, nessuno può svilupparsi senza l’indipendenza monetaria.

“Privare questi paesi della sovranità monetaria ne impedisce lo sviluppo. Esattamente quel che accade in Europa con l’euro. A parte qualche isoletta del Pacifico, gli unici casi di unioni monetarie al mondo sono questi. Nel mio libro, ripercorro la storia di chi si è ribellato al franco Cfa. Come il primo presidente del Togo. Aveva indetto un referendum per abolire la moneta. E’ stato assassinato”.

A proposito di voci contro. Almeno una volta al giorno le dicono, zitta, non sei un’economista. La considera un’offesa o una medaglia?

“Nessuna delle due, tendo a dare a queste cose lo spazio che meritano. Quando non possono contestare contenuti ti dicono che non va bene il tuo aspetto fisico, il colore dei capelli. Mi è capitato anche questo. Per certe persone economista è chi aderisce al pensiero unico, dominante. Per me invece dev’essere capace di rapportarsi alla realtà, di condurre uno studio interdisciplinare. Purtroppo la libertà e l’indipendenza di pensiero sono considerate pericolose. Quindi da denigrare”.

Poi ci sono i fan. Dichiarati e non.

“Per il libro sto ricevendo molti apprezzamenti, molte richieste di presentazione. Anche da parte di onlus e associazioni di sinistra, partiti vicini all’ala radicale. Che, di fronte alle mie spiegazioni, si rendono conto di come siamo vittima di un atteggiamento ipocrita e buonista, che vuole un’accoglienza indiscriminata e in realtà avalla questo sistema neocolonialista”.

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