Esattamente dopo la caduta del keynesismo (1973) e l’affermarsi incontrastato del neoliberismo, si arresta la crescita del reddito del 99% della popolazione più povera e inizia l’inarrestabile crescita dell’1% più ricco. Fino ad arrivare al paradosso odierno, per cui otto persone detengono la ricchezza di metà della popolazione mondiale. È questa l’essenza del modello economico neoliberista, oggi applicato su scala universale e incontestato, ritenuto la migliore e l’unica alternativa possibile, secondo la logica teocratica del TINA (there is no alternative). In un tale sistema, i cui presupposti sono fallaci e i fallimenti incontrovertibili, la crescita si risolve in aumento della disuguaglianza e dell’iniquità socio-economica a livello mondiale.
