La mia intervista a LoSpeciale
di Marta Moricone, 31 luglio 2019
L’economista Bifarini: “Il ricco ‘piatto’ delle rimesse nel mirino della Libra?”
L’emigrazione sembra offrire una grande opportunità di benessere e di sviluppo per le popolazioni più povere ed intorno inevitabilmente finisce per muoversi un ricco giro di affari. Ne è convinta l’economista Ilaria Bifarini, studiosa delle politiche europee soprattutto in materia di austerità, moneta unica e neocolonialismo (ha pubblicato dei libri proprio dedicati a questi argomenti) ed influencer su Twitter che evidenzia, in questa intervista a Lo Speciale, come esistano dei veri e propri strumenti finanziari volti ad incentivare le migrazioni. Uno di questi, il più potente, sarebbe il microcredito, nato per aiutare lo sviluppo dei Paesi poveri e che invece sembra essere diventato il migliore stimolo all’emigrazione.
Perchè in base alle sue ricerche sulla questione migranti ritiene che lo strumento del microcredito anziché aiutare le popolazioni povere diventi un incentivo ad emigrare?
“Secondo l’infondato paradigma di sviluppo economico abbracciato dalle organizzazioni internazionali e smentito dalle evidenze, l’emigrazione rappresenterebbe un’opportunità di miglioramento della vita e del benessere delle popolazioni più povere. Così anche lo strumento del microcredito, ideato per traghettare i paesi in via di sviluppo fuori dalla condizione di miseria, ha finito per divenire in molti casi uno strumento per incentivare l’emigrazione.
Non a caso il Bangladesh, dove questo strumento è nato, è il paese di provenienza di circa un decimo dei migranti che ogni anno arrivano in Italia”.
Ha degli elementi in tal senso?
“In Bangladesh opera la più grande Ong al mondo, leader nel settore dei prestiti all’emigrazione, e oltre che nel Paese, opera in Asia, America Latina e in molti paesi dell’Africa, diffondendo così questo sistema collaudato.
Non solo offre i finanziamenti e l’assistenza per emigrare attraverso il microcredito, ma a quanto pare si occuperebbe anche di fornire alle famiglie dei migranti dei prestiti sulle future rimesse, in modo da accedere a somme di denaro per fare investimenti o spese mentre aspettano di ricevere le rimesse inviate dall’estero. Ma così i migranti, che spesso non trovano lavoro nel Paese di accoglienza, finiscono nel vortice dell’indebitamento, ricorrendo a tutti i mezzi pur di ripagare i prestiti contratti?”.
E’ vero che finanza e filantropia possono intrecciarsi sulla questione dei migranti?
“Beh, Jacques Attali il mentore di Macron, ha fondato un’associazione che opera in 60 Paesi al mondo per incentivare l’accesso ai servizi finanziari da parte delle popolazioni più povere. La sua mission, dichiara, è quella di ‘combattere la povertà attraverso lo sviluppo della microfinanza’. Per realizzarla si serve di otto unità specializzate, compresa un’agenzia di rating di microfinanza.
Tra i suoi organi societari spiccano nomi eccellenti, alcuni dei quali hanno avuto in passato incarichi prestigiosi nelle Istituzioni europee e comunitarie. Il cofondatore di questa ramificatissima Ong è il creatore della prima banca che concede denaro alle persone più indigenti, insignito addirittura del Nobel della Pace, che scrive libri e tiene convegni in tutto il mondo per esportare questo modello spacciato come filantropico”.
Quali altri attori e scenari ci riserva questo ramificatissimo business?
“C’è ancora un business gigantesco da aggredire, quello delle rimesse dei migranti. Lo scorso anno dall’Italia sono usciti 6,2 miliardi di euro di rimesse verso l’esterno e a livello globale la cifra raggiunge circa 700 miliardi di dollari. Il costo medio per una singola transazione si aggira intorno al 7%, con punte che superano il 10%. Il settore è in mano, in condizioni pressoché di duopolio, a due colossi statunitensi che hanno contratti esclusivi con gli enti statali. Ma un business così fiorente non poteva rimanere a lungo ignorato. Ed ecco infatti entrare in campo un altro magnate dell’economia mondiale, il ceo di Facebook Mark Zuckerberg con la sua nuova moneta. La Libra nasce proprio come valuta globale con l’obiettivo dichiarato di consentire alle persone di inviare denaro a chiunque, da qualsiasi luogo, a un prezzo basso col solo utilizzo di un cellulare. È stato stimato che a livello globale un miliardo di individui non abbia accesso ai prodotti finanziari ma possiede un telefono cellulare e di questi circa 480 milioni hanno accesso a Internet. Dunque il ricchissimo “piatto”, come lo chiamo io, delle rimesse sarà il primo obiettivo nel mirino della Libra?”.
3 comments On Zuckerberg punta all’affare miliardario delle rimesse dei migranti
sempre la solita minestra, dove c’è movimento di denaro tutto è lecito per i magnate che governano l’economia mondiale, per me la libra non farà nessuna differenza sul flusso monetario. ormai non mi stupisco più di niente
Ilaria Bifarini è tra i pochi pensatori contemporanei ad avere il coraggio di essere “contro” la narrazione dominante.
Il sistema finanziario-tecnocratico e il deep-state riescono quasi sempre a far vedere il lato bello della medaglia e a ingannare il popolo. Bisogna ammettere checi sono riusciti bene negli ultimi secoli, compreso il Vaticano che da una parte professa la fede e l’amore e poi nasconde i pedofili nei propri ranghi, anzi, vista la vastità della problematica che si trascina da secoli, è evidente che il Vaticano è una organizzazione pedo-criminale. Ilaria e molti altri che hanno avuto il coraggio di analizzare la realtà, permettono a molti altri di capire il sistema orwelliano nel quale viviamo e che il sistema purtroppo è marcio e abbiamo il dovere di contribuire concretamente ogni giorno e con grande impegno affinché prevalga un nuovo mondo migliore e affinché il sistema attuale corrotto e basato solo sul “dio” denaro e sul potere imploda in sé stesso. Questa realtà relativa al micro-credito e a chi ne approfitta non li conoscevo e ringrazio Ilaria per avermi aperto gli occhi anche su questo aspetti. Purtroppo quasi tutte le ONG importanti sono state create con scopi ben diversi da quelli dichiarati (vedi Greenpeace, WWF, Leghe” contro” il cancro, associazioni che si occupano di patologie, eccetera) con tutto il rispetto per i volontari che ci lavorano, ma questo è proprio un modello di business di Rockefeller e altri “benefattori” e “filantropi”: fai lavorare molta gente gratuitamente illudendoli che il loro lavoro sia a favore di una ONG a fin di bene, mentre non sanno che stanno lavorando gratuitamente per uno scopo ben diverso. Nel contempo raccogli fondi senza doverci mettere dei soldi e i soldi li usi per scopi come ad esempio la ricerca “contro” il cancro. Ma mi domando: perché la ricerca “contro” il cancro non accetta metodi alternativi alla chemioterapia e radioterapia? Perché i medici che hanno un paziente che muore perché non ha seguito i protocolli e ha consigliato una cura naturale rischiano di venir radiati o vengono radiati? Perché si porta l’oncologia pediatrica in Africa invece di finanziare pozzi d’acqua, togliere la povertà, evitare lo sfruttamento e le guerre? E poi bisognerebbe togliere le cause per cui la gente si ammala, che spesso si ritrova negli alimenti che produce l’industria che poi appartiene agli stessi “padroni” che poi si arricchiscono (o meglio impoveriscono noi) con i loro “farmaci” letali