Il 2 novembre del 1975 veniva assassinato uno dei maggiori intellettuali della storia italiana, Pier Paolo Pasolini. Fu il primo a profetizzare e denunciare pubblicamente quello che sarebbe stato l’avvento del neoliberismo, attraverso la subdola e ingannevole dittatura della società dei consumi.
Negli Stati Uniti il consumismo di massa si afferma già sul finire della prima guerra mondiale, col fine di assorbire il surplus produttivo dell’industria bellica. La cifra distintiva di questo modello è la crescente spesa per beni superflui e non necessari, il motore economico è la produzione di massa, standardizzata, meccanicizzata e rivolta al grande pubblico, la massa appunto, la stessa che è impiegata nella produzione. Il lavoratore, sempre più alienato dall’automatizzazione, nel tempo libero recita il ruolo di consumatore attivo e consapevole, che lo legittima come individuo e per il quale è pronto ad indebitarsi. Il substrato socio-culturale statunitense rappresenta un terreno fertile per il trionfo del credo consumistico.
Sebbene con qualche decennio di ritardo, l’Italia non è immune a questo fenomeno perverso basato sull’induzione di sempre nuovi bisogni al fine di alimentare il consumo di beni prodotti in un ciclo continuo, che non contempla interruzioni o deviazioni per saturazione o soddisfacimento dei bisogni materiali; il mito e l’idealizzazione del modello americano si insediano a partire dal dopoguerra nell’immaginario collettivo del Paese.
Tuttavia, occorre fare un distinguo tra ciò che accade in Italia e negli altri paesi perché, come sostiene Pasolini, se all’estero, e ci riferiamo in particolare agli Stati Uniti, l’humus socio-economico è fertile e naturale per una storia nuova e priva di radici antiche, in Italia il credo consumistico assume i tratti di una violenza. Come un “cataclisma antropologico” stravolge un sistema ideologico basato su tradizioni culturali e partecipazione sociale per virare verso un modello standardizzante, livellante verso il basso, verso quell’omologazione che il consumismo impone.
Lo scrittore e regista di origini bolognesi, che visse a lungo a Roma a stretto contatto con gli ambienti popolari, con quel mondo degli ultimi, fatto di personaggi autentici che rappresenta nei suoi film, negli “Scritti corsari” (1975) stigmatizza questa nuova ideologia dilagante come vero fascismo, intendendo con tale termine la prepotenza del potere. Dietro una finta e apparente tolleranza, essa nasconde infatti un’intolleranza subdola e spietata, una permissività concessa dall’alto e revocabile ogni qualvolta il potere lo decida.
A un certo punto il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore
Senza bisogno di colpi di Stato e dittature militari, viene imposto un Potere senza volto, che impone un’uniformità culturale e antropologica di tipo interclassista, dove viene meno ogni barlume di coscienza di classe. Attraverso l’edonismo del consumo e una finta promessa di benessere accessibile a tutti, si compie nel nostro Paese un genocidio culturale e una colonizzazione delle anime: il nuovo modello viene interiorizzato completamente dalla popolazione, fino a produrre una mutazione antropologica. A differenza del fascismo mussoliniano, che prevedeva un’irregimentazione superficiale e scenografica, per Pasolini quello della società dei consumi di massa tocca i giovani non solo nei comportamenti, ma nei pensieri, nell’immaginario, nel profondo più recondito. “I poveri e i senza potere non aspirano più ad avere più ricchezza e più potere, ma a essere per tutto e in tutto come la classe dominante“, divenuta culturalmente e socialmente la sola classe esistente.
Quella dell’ultimo Pasolini, condotta a pochi anni dalla sua morte, è un’analisi lucida e accorata, un grido di allarme che è rimasto inascoltato e sminuito dagli stessi intellettuali dell’epoca, in particolare quelli di sinistra, cui lo scrittore si rivolge.
Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova Inquisizione, per creare un nuovo conformismo, e i suoi chierici saranno chierici di sinistra
Con anticipo rispetto ai tempi, mosso dalla sensibilità artistica e dalla profonda conoscenza della cultura popolare, dei costumi e delle tradizioni locali, che la società dei consumi di massa e i suoi potenti mezzi di comunicazione avrebbero presto spazzato via, Pasolini preconizza l’avvento di fatto dell’attuale neoliberismo. Una teoria del tutto, potente come una religione, basata su una matrice economica, dall’aspetto suadente e sbrilluccicante del consumismo, dietro cui si cela un potere senza volto repressivo e totalizzante.
Al di là della versione ufficiale, i veri moventi del suo assassinio rimangono ancora avvolti nel mistero.
Ilaria Bifarini
8 comments On Pier Paolo Pasolini, un profeta inascoltato
“Un nuovo conformismo e i suoi chierici saranno i chierici di sinistra”. Verissimo, basti pensare a D’Alema che bombarda la Jugoslavia, a Napolitano che appoggia il bombardamento della Libia, a Speranza che promuove lo stato securitario vaccinistico, a Lorenzin che ci fa diventare cavia vaccinistica mondiale e a Renzi più realista del re in tema ucraino e palestinese, ecc. Lei ha ragione nel far comprendere come la classe politica (presunta tale) sia ormai in gran parte svenduta del tutto al neoliberismo., “una teoria del tutto, potente come una religione, basata su una matrice economica, dall’aspetto suadente e sbrilluccicante del consumismo, dietro cui si cela un potere senza volto repressivo e totalizzante” (I. Bifarini). E’ del tutto evidente che la classe politica, compresa quella della sinistra fucsia arcobalenica scristianizzata, smarxizzata e sgramscizzata, sia ormai allineata perfettamente al pensiero unico dominante e ai padroni universali. Dalla Sclein alla Meloni sembra il Listone del 1922. Tuttavia, dopo la delusione delle elezioni in Liguria, speriamo in un segnale da quelle in Umbria e da quelle americane (se non salvifiche, che almeno possano dare un piccolo barlume di luce) e soprattutto confidiamo (anche grazie a intellettuali non di regime, come Lei) nella crescita coscienziale del nostro popolo. In più, penso, sarà utile a questo scopo la sconfitta dell’ukronazismo, che farà sperabilmente rinsavire le classi medie grigie dell’Europa attuale, come la sconfitta del nazifascismo fece rinsavire quelle del tempo andato, per incanto diventate tutte antifasiste nel 1945.. Un grazie, sempre, a Lei e anche a Pasolini, per il suo coraggio nel denunciare e, soprattutto, nello svelare. “Io so, ma non ho le prove”, diceva giustamente. Anche noi oggi su tante verità nascoste siamo nella stessa condizione.
Cara Ilaria, questa volta non sono completamente d’accordo. Penso anch’io che il potere del neocapitalismo oggi sia una specie di fascismo light, ma allo stesso tempo bisogna riconoscere che dopo la seconda guerra mondiale, i paesi capitalisti occidentali hanno avuto una grande crescita economica (e non solo economica) e io sono della generazione che ne ha più beneficiato (sono nato negli anni 50). Se penso alle condizioni sociali ed economiche dei miei nonni (nati nell’ultima decade del’800) e le confronto con la mia (figlio di operaio, non di un capitano di azienda), mi accorgo che questo vituperato (anche da me, per certi aspetti) neocapitalismo, oltre a prendere, qualcosa ha anche dato. Almeno finora. Negli ultimi anni ho visto cose molto negative che potrebbero demolire tutte le conquiste degli ultimi 80 anni. La critica di Pasolini mi sembra troppo il vizietto degli intellettuali benestanti che stavano già bene prima e che non vogliono che il loro benessere si diffonda alla massa dei poveracci. La famosa gauche caviar, che, mi pare, non sia da te molto apprezzata (se ho capito i tuoi libri).
Caro Giampiero, la crescita che è avvenuta nel dopoguerra in Occidente è legata al Trentenno glorioso di matrice economica keyenesiana, la cosiddetta Terza via, punto di equilibrio tra le istanze stataliste e quelle ultra-capitaliste. Pasolini non ha nulla a che vedere con quegli intellettuali “radical chic”, che anzi lo rinnegano, e non aveva origini benestanti, essendo vissuto a lungo in borgate del sottoproletariato, a contatto con gli “ultimi”, proprio per esigenze economiche legate alla sua condizione.
Complimenti ad Ilaria Bifarini per aver ricordato Pasolini, sicuramente un grande protagonista, un poeta capace di arrivare al cuore dell’uomo e delle cose…ricordo bene il giorno della sua morte, ma purtroppo
non conosco abbastanza il suo pensiero, pertanto non comprendo bene come si possa ritenere il fascismo
mussoliniano “una irreggimentazione superficiale e scenografica”…
per il resto le visioni di Pasolini furon certo profonde, profetico anche il titolo dell’opera incompiuta: “Petrolio”…
Concordo con quanto espresso da Felice Seneca con il quale mi complimento
Caro Riccardo, grazie per il commento. Pasolini nei suoi Scritti Corsari con l’espressione “irreggimentazione superficiale e scenografica” con riferimento al fascismo mussoliniano non vuole sminuirne la portata liberticida. Egli afferma: “Allora i giovani nel momento in cui si toglievano la divisa e riprendevano la strada verso i loro paesi e i loro campi , ritornavano gli italiani di cento, di cinquant’anni addietro, come prima del fascismo”. La società dei consumi invece è entrata negli animi, li ha cambiati antropologicamente.
1. Pasolini fu geniale in questa sua intuizione e analisi, sul fascismo però toppa, vedasi prossimi punti ( punti 3 , 4 e 4A ) , comunque, complimenti per avere pubblicato questo articolo che ne ricorda questa sua intuizione geniale!
Nei punti a seguire anche degli spunti interessanti a titolo integrativo.
2. “La NATO culturale” di Federico Roberti per Bye Bye Uncle Sam, 29 maggio 2021
https://byebyeunclesam.wordpress.com/2021/05/29/la-nato-culturale/
2A.” La guerra fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti”
Edito da Fazi, 2004
506 pagine, € 21,50
Al termine della Seconda guerra mondiale, per contrastare il richiamo del comunismo e la crescita del peso elettorale delle sinistre, la CIA non risparmiò né uomini né risorse finanziarie. Questo volume è un resoconto della potente rete di finanziamenti di illustri esponenti e organi della cultura europea messa in piedi dalla CIA. Dalla musica all’arte moderna, fino al Congresso per la Libertà Culturale, una copertura del servizio segreto, che finanziava diverse riviste europee – fra cui “Tempo Presente” diretta da Silone – la CIA riuscì inoltre a inquadrare molti dei più rinomati esponenti dell’intellettualità occidentale e a metterli al servizio delle sue politiche, al punto che alcuni finirono direttamente sul suo libro paga.
https://www.archivio900.it/it/libri/lib.aspx?id=601
Commento che feci allora
Per il clima dell’epoca non dico che era giustificabile ma comunque per certi versi capibile, invece dopo la caduta del Muro di Berlino questa pesante e totale sottomissione culturale, militare,economica, ecc…. è davvero ingiustificabile al 100%, trattasi solo di leccapiedismo puro ai potentati atlantisti che ormai sono completamente fuori di testa, a dir poco!!
3. Uto Ughi, lo sfogo: “La sinistra ha ghettizzato molti autori e fatto perdere l’identità alla cultura italiana”, di A. De Conto per Il Secolo d’Italia, 19 aprile 2021
https://www.secoloditalia.it/2021/04/uto-ughi-lo-sfogo-la-sinistra-ha-ghettizzato-molti-autori-e-fatto-perdere-lidentita-alla-cultura-italiana/
Da segnalare con il pennarello rosso il seguente breve passaggio dell’articolo:
La sinistra si è subito impossessata della cultura, trattando tutto ciò che era antecedente la guerra come fascista. In più – aggiunge nel corso dell’intervista- è stato dato enorme spazio alla cultura americana. Così si è persa l’identità culturale italiana a favore di una cultura di importazione che avrebbe condizionato per sempre il nostro Paese».
PS pubblicato poi anche su ImolaOggi:
https://www.imolaoggi.it/2021/04/19/uto-ughi-sinistra-cultura-basso-livello/
4. https://storiainrete.com/realta-e-stereotipi-di-cosa-parliamo-quando-parliamo-di-fascismo/
4A. https://storiainrete.com/gianni-oliva-recensione-45-milioni-antifascisti/
Breve commento
«L’Italia è una democrazia in cui un terzo dei cittadini rimpiange la passata dittatura, l’altro attende quella sovietica e l’ultimo è disposto ad adattarsi alla prossima dei democristiani», Leo Longanesi
https://it.wikipedia.org/wiki/Leo_Longanesi
Nei punti a seguire, a titolo integrativo, delle interessanti citazioni.
1. “L’Americanismo è la peste che avanza volgarizzando, rimbecillendo, imbestialendo il mondo, avvilendo e distruggendo alte, luminose, gloriose civiltà millenarie”, Ardengo Soffici, (1879 – 1964), scrittore, saggista, poeta e pittore italiano.
Riferimenti:
https://le-citazioni.it/frasi/334419-ardengo-soffici-lamericanismo-e-la-peste-che-avanza-volgarizzando/
https://it.wikipedia.org/wiki/Ardengo_Soffici
Breve commento che feci allora
Ci aveva visto giusto e in tempi in cui non era affatto facile fare simili previsioni che poi si sono rivelate azzeccate al 100%, chapeau!!
2. “Sono un pubblicitario: ebbene sì, io sono quello che vi vende tutta quella merda, quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma”, Frédéric Beigbeder, scrittore, editore, pubblicitario.
3. “Nella seconda metà del XX secolo improvvisamente il grande mondo degli affari scopre che la verità non è importante, ciò che conta è l’attrazione. Una volta creata l’informazione-attrazione, possiamo venderla ovunque. Più è attraente, più denaro possiamo guadagnare… Il passaggio dal criterio della verità a quello dell’attrazione è la grande rivoluzione culturale di cui tutti siamo i testimoni, i partecipanti e le vittime” , Ryszard Kapuscinski, scrittore polacco.
Salve, ho realizzato un documentario si Pasolini di circa 3 ore che ho il piacere di linkarvi.
E’ sul mio canale youtube:
PASOLINEIDE – l’avventura romana di Pier Paolo Pasolini –
https://youtu.be/hfayLS0MBpQ
Distinti saluti
Mauro Paracini