La pubblicità mira a suscitare, a provocare, a essere il desiderio. Mette in scena un super-Io terrificante e duro, molto più spietato di qualsiasi legge o costume mai esistiti, che si incolla addosso e ripete senza tregua: “Devi desiderare. Devi essere desiderabile. Devi partecipare alla competizione, alla lotta, alla vita del mondo. Se ti fermi non esisti più”. La pubblicità è il pungolo che spinge i buoi o le pecore, li obbliga ad avanzare. Lampeggia e cambia senza tregua. E’ la perpetuità del provvisorio, la negazione di ogni eternità, la distruzione creatrice permanente, il rinnovamento spietato e frammentario. Con una crudeltà inimmaginabile, trasforma l’essere in fantasma ubbidiente, senza un posto, senza legami, immerso nella vanità e nella superficialità assolute.”
(Bernard Maris, Houellebecq Economista)