L’autodistruzione dell’Occidente e le variabili impreviste della storia

Siamo entrati nella fase due del Grande Reset e questo ha trovato recentissimo riscontro anche nelle parole dette da Tony Blair in uno dei panel più rivelatori nel forum di Davos dei giorni scorsi a cui hanno partecipato anche Albert Bourla e il ministro dell’Industria e del Commercio, Silvino Moreno. Blair ha valutato in maniera positiva la gestione della cosiddetta crisi pandemica; la società ha accettato in maniera giudicata positiva l’imposizione delle misure direttive e restrittive, tanto che si può passare alla fase due. In incognito e senza risonanza all’interno del mainstream, al consesso di Davos era presente anche l’ex premier italiano Mario Draghi. Da una parte  dunque il governo ufficiale, che ha partecipato con un ministro poco noto, dall’altra un governo ombra, che partecipa segretamente ai vertici decisionale sovranazionali.

La storia però, come sappiamo, è fatta di variabili impreviste, che potrebbe farci deviare dal percorso verso cui ci hanno incanalato. Ecco perché possiamo essere ragionevolmente speranzosi, a patto di non cedere al manicheismo semplicistico e ai bias cognitivi che ci allontanano  da una visione oggettiva e realista degli eventi in corso, fondamentale per opporre una vera resistenza. La mia intervista a Carlo Savegnago per Il Vaso di Pandora.

 

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