Attacchi hacker e blackout informatici

Prima è stata la volta dei server di posta elettronica di Libero e Virgilio, che hanno lasciato 9 milioni di utenti privi di accesso alle proprie mail per ben cinque giorni lavorativi, poi lo scorso venerdì in tutta Italia si sono registrati problemi con l’utilizzo dei bancomat, per ultimo durante il fine settimana, si è assistito al combinato disposto di un disservizio diffuso su scala nazionale della rete telefonica Tim e un attacco hacker su scala globale. Quest’ultimo ha colpito ben 120 Paesi, con danni ingenti in Francia, tra i Paesi più colpiti con problemi che hanno riguardato anche le strutture sanitarie, in Finlandia e server infiltrati in quasi tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, dal Canada all’Asia, per un totale di circa 1700. La ricostruzione della vulgata mainstream hanno prontamente rimandato a una matrice russa, ma di fatto non esiste alcun elemento che avvalori questa tesi. L’aggressione informatica, emersa già dalla serata di venerdì 3 febbraio e divulgata mediaticamente in Italia solo nella giornata di domenica, era stata individuata dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale come risalente addirittura a febbraio 2021, tanto che allora la stessa Agenzia aveva allertato tutti i soggetti sensibili perché adottassero le necessarie misure di protezione. Molti dei destinatari della raccomandazione da parte dell’Agenzia non hanno provveduto a installare l’aggiornamento e sono rimasti esposti agli attacchi del ransomware ESXiArg, un software malevolo che rende illeggibili tutti i dati a cui riesce ad accedere codificandoli con una chiave segreta.

Blackout informatico e attacchi hacker

La notizia, anche a causa del terribile evento sismico avvenuto in concomitanza in Turchia e in Siria, è passata piuttosto in sordina nei media ufficiali, fatto salvo per l’azzardata ricostruzione geopolitica priva ad oggi di ogni fondamento. Eppure, soprattutto alla luce dei molteplici disagi informatici che si sono susseguiti in questi giorni, meriterebbe una riflessione approfondita.

Proprio durante il Forum di Davos conclusosi il mese scorso, è stato lanciato l’allarme per un attacco informatico catastrofico che potrebbe verificarsi con probabilità entro i prossimi due anni. A essere colpite saranno agenzie governative, grandi aziende, ma anche organizzazioni che gestiscono i dati dei consumatori, a prescindere dalla loro grandezza, e gli stessi consumatori.

Il tema non è nuovo al simposio di Klaus Schwab, che durante Cyber Polygon, la simulazione di attacco informatico tenutesi negli scorsi anni, aveva affermato:

«Conosciamo tutti, ma non ci prestiamo ancora sufficiente attenzione, lo scenario spaventoso di un attacco informatico globale, che porterebbe a un arresto completo dell’alimentazione elettrica, dei trasporti, dei servizi ospedalieri e della nostra società nel suo insieme. La crisi del Covid-19 sarebbe vista sotto questo aspetto come un piccolo disturbo rispetto a un grave attacco informatico».

Previsioni o vaticini? Personalmente le ho ribattezzate “profezie autoavveranti” e, come spiego nel mio ultimo libro, rientrano in una nutrita casistica, che va da Event 201 alla simulazione di una carestia globale da parte di Cargill e WWF, che è bene conoscere nell’epoca delle emergenze permanenti in cui siamo entrati con l’avvento del Covid. Le analogie con la crisi pandemica sono impressionanti, sia nel metodo di previsione analitica, sia nell’impreparazione riportata dalle simulazioni nella gestione dell’evento che nelle “soluzioni” proposte e persino nel vocabolario. In un mondo sempre più digitalizzato, in cui tutte le informazioni personali passano per la rete e il denaro si avvia verso la dematerializzazione, un blackout informatico (e conseguentemente elettrico) provocherebbe un cortocircuito dell’intero sistema.

Ma di fronte a simili scenari simulati (e spesso realizzatisi) dai club globalisti non dobbiamo cadere nel panico, quanto piuttosto acquisire un livello di conoscenza e consapevolezza tale da permetterci di affrontare la nuova imprevedibile realtà.

4 comments On Attacchi hacker e blackout informatici

  • Se io dovessi prendere con la forza uno stato o un insieme di stati ho due possibilità :
    O lo conquistò con i carro armati per intenderci, vecchio stile, sistema possibile solo in alcune zone
    O :
    Mi impossesso comprando o corrompendo la comunicazione, in toto
    Corrompo i politici di quel paese dove possibile e creo partiti civetta i cui presupposti elettorali sicuramente sono rappresentati da un gran bacino della poolazione
    Cerco di involucrsre il paese in qualche associazione o macrosistema monetario per incominciare a controllarlo a livello centrale
    Tolgo a livello locale la possibilità di stampare moneta, e scelgo per fare questo, un paese che per varie ragioni storiche non abbia una sovranità nazionale
    Indebolisco la grande impresa cambiando dove possibile i principali nuovi paradigmi industriali con un nuovo modello di sviluppo sostenibile, con pseudo sistemi ecologici ad esempio
    Riduco la ricchezza della piccola e media impresa, condizionando il mercato al ribasso a seguito di una pandemia ad esempio
    Aumento la dipendenza del cittadino al potere centrale, sia con una nuova politica del lavoro basato principalmente sull’assistenzialismo, sia eliminando il contante, con la introduzione della moneta digitale. In tal modo con il ricatto di azzeramento dei conti correnti privati
    A ivello internazionale creo scompiglio nella zona, provocando o creando le condizioni per una guerra locale se possibile…
    Compro e ricatto economicamente quel paese, in particolare speculando finanziatiamente e mettendo quel paese nelle condizioni di macro dipendenza…. E voilà, IL GIOCO È FATTO…
    AH, non sia mai, ogni riferimento è puramente casuale… ma va’, che casualita, mi sembra il nostro caso… ma guarda un po’…
    Soluzione:
    Si individua chi trae benificio da questa operazione, e questo è il nemico.
    Analizzando la situazione non appaiono buoni o cattivi… Appaiono solo degli attori che interpretano il ruolo della parte, ognuno ha il suo copione, stabilito in gran parte a tavolino… si ma da chi?
    Alcune variabili d’attacco appaiono a livello planetario e con tempi di esecuzione molto veloci, con pochissima resistenza, gli organi di controllo anche a livelli scientifico appaiono sopiti, quasi drogati, molto spesso compiacenti con la NUOVA Narrazione, anche in campo strategico energetico, nonché in campo sociale…
    Sorge però il sospetto che il copione sia stato cambiato in corso d’opera… Sino a stravolgerne la trama mi auguro…
    Comunque chi ha questo potere sovranazionale utilizza dei mediatori di fede massonica…potrebbero essere loro a pagarla molto cara intanto…

  • In effetti è proprio la fotografia degli ultimi 30 anni della storia d’Italia.

  • Per precisione avrei aggiunto all’evento sismico anche la Siria sfortunata figlia di un Dio minore.

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