Neoliberismo e disuguaglianza

Il problema dell’economia mondiale non è la scarsità delle risorse, ma la mancata redistribuzione. Il grafico indica chiaramente come, nel periodo postbellico, l’applicazione di politiche keynesiane abbia portato  a un incremento sostanziale del reddito del 99% della popolazione mondiale. A partire dalla crisi del 1973, con la caduta del Keynesismo e il definitivo affermarsi delle politiche di tipo neoliberista si assiste a un’impennata del reddito medio dell’1% più ricco a scapito del resto della popolazione. 

Con l’avvento del finanzcapitalismo, ossia la finanziarizzazione dell’economia, che non è più basata sulla produzione reale ma sulla speculazione e sulla povertà, si raggiunge la situazione paradossale e inaudita per la quale 8 persone detengono metà della ricchezza mondiale (tra questi ricordiamo il magnate Bill Gates, di cui oggi si parla per il suo ruolo preminente all’interno dell’OMS).

Per dirla con il sociologo Luciano Gallino, la società dei faraoni era più egualitaria di quella attuale in cui viviamo.

Di seguito il grafico dell’iniqua ripartizione della ricchezza all’interno dell’economia statunitense. 

Il modello unico economico del neoliberismo è concepito in modo tale che ogni aumento del reddito globale si traduce in un aumento della povertà della pressoché totalità (oltre il 90%) della popolazione, a fronte di un arricchimento spropositato di sempre meno individui.

 

4 commenti On Neoliberismo e disuguaglianza

  • Perfetta analisi della situazione, indubbiamente le politiche neoliberiste sono all’origine dell’aumento delle disuguaglianze, ma credo che per poter offrire delle alternative, sia necessario individuare gli strumenti che seguitano a generare tutto ciò: il debito pubblico e privato. i sistemi monetari di tutti ipaesi occidentali sono andati nella direzione di trasferire il potere monetario dallo Stato al sistema bancario privato, che quindi genera denaro dal nulla e lo presta a tutti, cittadini, azìende e stati. Quindi sono le banche private che decidono non solo la quantità di denaro creata, ma soprattutto la destinazione, privilegiando l’1% della popolazione più ricca rispetto a tutti gli altri. https://www.youtube.com/watch?v=A1_78avKZZI

    • Assolutamente sì, carissimo Fabio, dal momento che i proprietari delle banche sono proprio quelli che fanno parte di quell’1%… ma voglio porti anche una domanda un po’ “pazza”… a quale pro si ha questa continua colossale predazione, dal momento che sono gli straricchi stessi ad avere il potere di creare denaro dal nulla? Che la preda destinata non sia piuttosto l’Umanità stessa, anziché il vil denaro?

  • Complimenti!
    Condivido in toto…
    Anche per l’Italia, per risolvere la nostra crisi, occorrerebbe attuare una semplice strategia: una RIFORMA FISCALE REDISTRIBUTIVA, con applicazione INTEGRALE del dettato dell’Art.53 Cost.
    Spostando il prelievo dalle fasce popolari basse e medie alle alte, mediante il cd.contrasto d’interesse e tagliando le imposte ‘flat’ facendo sottostare tutti e qualunque redditi alle aliquote progressive…
    Si può fare: l’evasione si potrebbe ridurre ingentemente, liberando importanti risorse per far ripartire lo sviluppo dell’Italia.
    C’è una Proposta di Riforma in tal senso: vedasi su ‘Associazione art.53’ di Firenze.

  • Pingback: VIRUS ECONOMY di Ilaria Bifarini ()

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