Lo Stato è come una famiglia? Falso!

L’esposizione ripetuta a un’immagine o a un contenuto fa sì che l’individuo modifichi la propria percezione della realtà e interiorizzi il messaggio veicolato. E’ quello che gli psicologi chiamano “effetto priming”, e che pubblicitari ed esperti della comunicazione conoscono molto bene. Quanto più un messaggio viene ripetuto ed enfatizzato, magari attraverso la forma dello spot, tanto più esso risulterà familiare.

Così può accadere che un concetto privo di veridicità, ma ripetuto con insistenza e in modo convincente, acquisisca il rango di verità. E’ quanto accaduto con la fake news economica del momento, tanto assurda quanto apparentemente efficace: il bilancio dello Stato sarebbe come quello di una famiglia. La ripetono all’unisono giornalisti, conduttori televisivi, economisti e qualunquisti. Così la gente comune, digiuna di economia e soprattutto in buona fede, ha interiorizzato un pensiero del tutto fuorviante.

Secondo questa logica, quando un Paese presenta un debito pubblico –dunque la normalità in un’economia moderna- dovrebbe assumere il comportamento di una brava e accorta casalinga: stringere la cinghia e tagliare le spese familiari. Così, come una donna morigerata risparmierà sul cibo, sul vestiario e, in condizioni di estrema ratio, alle cure sanitarie per sé, per il coniuge e per i figli, così lo Stato dovrebbe seguire il suo virtuoso esempio. Dunque, poiché la “famiglia” dello Stato è lo Stato stesso, ossia l’insieme dei cittadini che lo abitano, il suo territorio e le sue istituzioni, i tagli si ripercuoteranno sull’intera collettività. Per risparmiare occorre innanzitutto che contravvenga a quello che in un sistema socio-economico civile dovrebbe essere la sua funzione principale: tutelare chi non ha tutela, chi per nascita o per eventi sopravvenuti o condizioni particolari si trova in una situazione di evidente svantaggio. E qui gli esempi potrebbero essere infiniti, dal disoccupato all’invalido, alle vittime di disastri naturali.

Potrebbe poi, al fine di far quadrare il bilancio, ristrutturare la sanità pubblica in un’ottica mercatistica orientata al profitto, trasformando il paziente in un cliente. Continuare poi in un’opera di privatizzazione dei servizi pubblici e delle infrastrutture, facendoli gestire al mercato –considerato per antonomasia efficiente. A parte qualche piccola eccezione come successo a Genova.

E ancora, si potrebbe abbracciare un modello di scuola privata, in cui i genitori offriranno ai loro figli un livello di istruzione strettamente legato al proprio reddito. Ci sarebbe solo il piccolo inconveniente di bloccare l’ascensore sociale e restaurare il censo.

Siccome non amo la retorica, mi fermo qui, ma gli esempi pratici per smontare l’assurda comparazione tra bilancio pubblico e familiare potrebbero andare avanti ancora a lungo.

Lo Stato non è una famiglia perché esso ha come obiettivo il benessere e la tutela di tutti cittadini, non solo dei suoi figli come la famiglia, e opera su un orizzonte temporale di lungo periodo. Deve inoltre garantire il funzionamento delle istituzioni a garanzia del diritto e della democrazia.

Infine, come dicono gli inglesi last but not least, da un punto di vista economico e contabile adottare la condotta della brava casalinga, che per uno Stato significa sposare l’austerity, vuol dire licenziare, rendere i servizi pubblici essenziali sempre più costosi, aumentare il livello di povertà, di disuguaglianza e disoccupazione. Così potrebbe accadere che la stessa virtuosa casalinga a causa dell’austerity debba rinunciare a curarsi o, addirittura, che suo marito perda il lavoro. Esiste infatti una relazione diretta, alquanto intuitiva, tra tagli dello Stato e diminuzione della ricchezza privata perché, per dirla con le parole del premio Nobel Krugman, “la tua spesa è il mio reddito”.

Potremmo dunque a ragion veduta ribaltare lo spot e affermare: “il bilancio dello Stato è il contrario di quello di una famiglia”. Ma i pregiudizi si sa, una volta sedimentati sono difficili da scardinare.

12 commenti On Lo Stato è come una famiglia? Falso!

  • Anzitutto i miei compimenti per i tuoi libri e i tuoi articoli sempre preziosi e ben argomentati. Ma in questo articolo direi che ti sei dimenticata di un aspetto fondamentale. E cioè che lo Stato può stampare moneta creandola dal nulla. Se questo lo fa una famiglia va direttamente in galera per fabbricazione e smercio di monete contraffatte. Ovviamente sto parlando di uno Stato normale che gestisce la propria moneta, e non di Stati mutilati come l’Italia e gli altri Stati Eurozona che, per connivenza con la teoria liberista o per stupidità, hanno ceduto la loro sovranità monetaria e si sono anche fatte imbrigliare in assurde, incostituzionali e delittuose regole sul pareggio di bilancio, rapporto deficit/PIL, fiscal compact e quant’altro.

    • La ringrazio per l’apprezzamento. L’omissione non è causale, ma riferita alla situazione attuale di mancanza di sovranità monetaria del nostro Paese.

  • Dr.sa Bifarini,
    Non si può che essere d’accordo. È un fatto, non una opinione.
    La prego, se non lo ha ancora fatto, di sollecitare i Cardinali più duri e puri, oltre che lo stesso genere di parroci.
    E poi, ci sarà pure una associazione cristiana – non tipo la DC – di politici, avvocati, economisti, psicologi che stigmatizzino questa e altre derive con argomentazioni chiare, non solo sul web, ma anche in giro per i circoli cattolici – chissà che fanno le acli e simili. A proposito, mi domando cosa fanno in pratica alla Pontificia Accademia delle Scienze, etc.
    È stato un grande piacere sapere di lei.
    Grazie per quello che fa.
    E tanti auguri per un felice e prospero 2019!

  • Grazie sempre. Le sue pubblicazioni, che cerco di seguire sempre, sono una luce nel nostro tempo.

  • Carissima D.ssa Ilaria
    Anch’io sono d’accordo con la tua valutazione sulla famiglia gestita dallo Stato. hai detto che Lo Stato non è una famiglia perché esso ha come obiettivo il benessere e la tutela di tutti cittadini, direi prima dei cittadini metterei la tutela della Casta, per non cadere come avevi detto prima, nel qualunquismo.
    Auguri per il tuo impeccabile lavoro.

  • Cara Signora, la seguo volentieri ed ho letto il suo ultimo libro, sono un padre in pensione che ha due figli da portare a fine studi. La pensione è molto più bassa dello stipendio , con mia moglie facciamo i conti giornalmente per andare avanti. ho lavorato per 40 anni nello stato.
    Il futuro è un mondo distopico che mi fà paura. La ringrazio per essere una voce fuori dal coro, una voce ascoltata, se mai riusciremo a fare qualcosa per liberarci da questa schiavitù sarà perchè ci sarà stato qualcuno che non si è fatto comprare.

  • Enrico Lazzerini

    Senza sentenza che dichiari il signoraggio una truffa. Che azzeri quindi ogni debito finanche tornare a stampare moneta sovrana, tutto resta come è. Quanti sono consapevoli? La democrazia e la illusione di poter incidere su un sistema che la ha prevista mantenendo legami massonici con obiettivo il nwo.

  • Molto prima JOHN MAYNARD KEYNES aveva scritto su General Thoeory on money , investments and employement : ” I salariati spendono cio che guadagnano , i capitalisti guadagnano cio’ che spendono. ”Sembra ovvio ma non e’ cosi’ perche’ una diseguale distribuzione a favore dei ceti piu’ ricchi , deprime la domanda in quanto la propensione al risparmio di questi ultimi e’ molto alta. Percio’ , eccoci al punto chiave di una crisi da sovraproduzione .Abbiamo il 99% della ricchezza del pianeta in mano all’1% di oligarchi .E se il capitalismo non avesse piu’ nulla da proporci ? E se anche un intervento pubblico non riuscisse piu’ ad incidere sull’ economia ? Mi piacerebbe conoscere da Lei il suo pensiero al riguardo . La saluto caramente G.Alunni

  • Cara Ilaria, mi consenta un comento in tutta leggerezza.
    Lei è una signora molto bella, ma la sua onestà intellettuale e professionale la superano ampiamente.
    Forse, anzi senza forse, è per questo che la invitano raramente nei talk show mainstream..

  • La sua bellezza di donna è superata solamente dall’onestà intellettuale e professionale che la contraddistinguono.
    Complimenti.

  • Mi sembra che la falsa analogia fra lo Stato ed una famiglia, giustamente stigmatizzata nel post, sia resa possibile dal mancato chiarimento della funzione della moneta e sul reale significato della sovranità monetaria. Sarebbe molto interessante ricercare o elaborare una teoria della moneta alternativa a quella prevalente fra gli economisti.In quasi tutte le teorizzazioni economiche, compresa una certa interpretazione delle teorie keynesiane (Hiks, Hansen, ecc.), si sottolinea il ruolo della moneta nel facilitare gli scambi e nel consentire la tesaurizzazione, ma si passa del tutto in ombra la sua più importante funzione che è quella di determinare il potere di scelta sull’impiego delle risorse, sull’indirizzo delle forze produttive e sulla distribuzione dei risultati della produzione e dei beni in genere.
    Quello che mi sembra non emerga, almeno nella versione volgarizzata delle teorie economiche, è soprattutto il fatto che la moneta, in quanto potere umano deve necessariamente fare fronte ad una pari soggezione (parimenti umana). Se l’origine del potere monetario è lo Stato, si può pensare che, almeno in teoria, il conferimento di un tale potere (avvenga o meno come contropartita di un valore economico in beni o servizi), sia effettuato in un regime di controllo democratico e di tutela di tutti cittadini e delle esigenze sociali (cfr. art. 3 e 41 Cost. italiana). Quando lo Stato viene degradato alla condizione di un’ aggregazione di soggetti privati (famiglia), si apre la porta alla generazione del potere monetario attraverso il progressivo indebolimento delle posizioni tutelate dei singoli e delle comunità, compresa la comunità nazionale stessa. Questo indebolimento, quando assuma sufficienti caratteristiche di stabilità e di intensità, diventa letteralmente potere economico e poi moneta.

  • Esattamente… penso che sia utile una lettura di questa pagina

    https://ondasud.blogspot.com/2014/10/lunita-ditalia-e-stato-un-crimine.html?spref=fb&fbclid=IwAR0sW5SbG7d5adPQ4c-fJAkY3zXJdtW_sXu3Hhb1c0L-41g8mn3ReE7o3U4

    Tutto cio’ che ne deriva aumenta la capacità di pensare con la propria testa.

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